A.S.D. Unione Sampierdarenese - La nostra storia
Per raccontare la nostra storia e della nascita della Sampierdarenese è doveroso risalire alla gloriosa Società Ginnastica Comunale Sampierdarenese, fondata il 6 giugno 1891 da un gruppo di appassionati provenienti dalla Società Operaia di Mutuo Soccorso Universale ( 1851) e dall'Associazione Studentesca Gymnasium (1878).
Andrea Terrile è il suo primo presidente e riesce a portare in breve tempo, la società a competere ai massimi livelli nazionali ed internazionali ed a partecipare con un suo atleta, Camillo Pavanello, ai Giochi Olimpici di Parigi del 1900. Pavanello è il primo azzurro di una lunga serie di ginnasti sampierdarenesi, ma questo fa parte di un'altra splendida e mitica storia.
Inizialmente, le attività sono esclusivamente ginniche, ma nel tempo, la Sampierdarenese diventa una società polisportiva, nel cui ambito vengono praticate molte altre discipline, quali: atletica leggera, bocce, canottaggio, ciclismo, escursionismo, lotta greco-romana, nuoto, pallanuoto, pallacanestro, scherma, sollevamento pesi, tamburello (con 12 scudetti vinti dalla Barabino Sampierdarenese), tiro a volo e naturalmente anche il calcio.
La sezione calcio della Società Ginnastica Sampierdarenese viene aperta il 19 marzo 1899 e la sua squadra si iscrive, ma non partecipa agli incontri ufficiali dell'eliminatoria ligure del Campionato Italiano di calcio 1899 né a quelli del campionato successivo.
Le cronache riportano che la prima prestazione in trasferta della nuova squadra avvenga invece ad Alessandria, in occasione dei giochi commemorativi della presa di Roma. La Sampierdarenese, in maglia bianca con riga trasversale blu, si classifica al terzo posto e si aggiudica una medaglia d'argento, primo trofeo da riporre in bacheca.
A questo punto, facendo un piccolo passo indietro, è necessario ricordare che nell'aprile del 1897 nasce in Sampierdarena, un'altra società di calcio con il nome di Pro Liguria o Liguria FBC.
La sua maglia è a righe verticali bianche e verdi e solo successivamente si trasformerà in bianca con riga rossa trasversale e questo si rivelerà un particolare non irrilevante per i nostri colori, quando il Pro Liguria, confluirà nella A.C. Sampierdarenese nel 1919.
La Pro Liguria nel 1913 riesce ad arrivare alla Prima Categoria, che è il livello calcistico più alto, paragonabile all'attuale serie A e vi disputa i due campionati successivi.
Agli albori del football, uno dei principali problemi da affrontare e da risolvere è costituito dal campo di allenamento e di gioco, ma purtroppo e questo aggrava la situazione, il problema è condiviso con gli altri pionieri del calcio genovese, tra cui gli inglesi del Genoa ed i calciatori del Pro Liguria.
La regola, tacitamente rispettata da tutti, è quella che assegna il diritto di utilizzo del campo ai calciatori che, la domenica mattina, si presentino per primi e segnino con paletti il terreno.
I campi da gioco utilizzabili non sono molti, è possibile praticare il calcio al campo Sauli di Rivarolo, approssimativamente vicino a dove oggi sorge il Torbella, oppure in Piazza d'Armi al Campasso e successivamente la A.G.C. Sampierdarenese giocherà al campo della Fornace dove oggi c'è via Carlo Rolando, fino ad arrivare nel 1919 ad utilizzare un vero terreno da gioco nei pressi dell'attuale Chiesa di N.S. delle Grazie.
Nel 1911 La sezione calcio della Associazione Ginnastica Comunale Sampierdarenese diventa autonoma, con presidente De Amicis e soci fondatori un gruppo di studenti, tra cui Cornetto, Lenuzza, Riccardi ed altri, i cui nomi ricorreranno spesso, da ora in poi, nelle vicende rossonere.
Nello stesso anno, la Sampierdarenese si iscrive alla FIGC, fa il suo esordio in terza categoria e risale fino alla promozione nel 1914. La prima maglia bianca con riga trasversale blu, viene sostituita nel 1915, con una bianca con fascia orizzontale nera.
Dopo la drammatica parentesi della prima guerra mondiale conclusasi il 4 novembre 1918 e l'inevitabile sospensione delle attività sportive, si riprende con il calcio.
E' troppo tardi perché la FIGC possa organizzare un campionato per la stagione 1918-19 e nel dopo guerra, la Sampierdarenese riparte con la seguente formazione: Canepa; Bellini, Riparelli; Boldrini, Melandri, Carzino; Migone, Garrone, Gatti, Mazzella, Delponte, partecipando ad amichevoli ed a più o meno improvvisati tornei.
Nel 1919 si riprende con il campionato di calcio ed è un anno importante per la nostra storia, perché nella società che assume la denominazione sociale "Associazione Calcio Sampierdarenese" viene annesso il Liguria FBC.
L'acquisizione del Liguria FBC, che prima della guerra aveva partecipato agli ultimi tre campionati di prima categoria, è fondamentale per poter chiedere l'iscrizione al massimo campionato italiano.
Nel 1919 la riga trasversale rossa caratteristica della maglia del Liguria FBC viene unita a quella nera della Sampierdarenese e la maglia dell'A.C. Sampierdarenese diventa quella attuale dei giorni nostri.
I dirigenti rossoneri programmano seriamente il futuro, dandosi un'efficiente organizzazione e approntando una squadra di giovani molto validi, che saranno i protagonisti indiscussi degli anni a venire.
Campo via Cantore
Viene anche costruito nella villa Scassi, un nuovo campo da gioco, che a partire dal 1920 sarà la tana dei Lupi.
Lo stadio è di ridotte dimensioni, in grado di ospitare circa seimila spettatori, comunque più che sufficienti a trascinare la squadra e ad incutere timore agli avversari, che devono affrontare i lupi rossoneri nella loro tana.
"Scatola delle Pillole" è il nome affettuoso, dato allo stadio dai sampierdarenesi, che pigiati all'inverosimile, sostengono con grande passione i loro eroi.
L'incontro che inaugura il terreno di gioco, viene giocato e vinto per 4 a 1 contro l'Andrea Doria e la formazione rossonera è la seguente: Carzino I; Storace, Ramasso; Boldrini II, Carzino II, Masone; Marchisotti, Dapelo, Aloise, Michelini, Frugone II. L'inizio è beneaugurante e la A.C. Sampierdarenese otterrà in seguito buoni risultati, disputando nella "Scatola delle pillole" otto campionati nella massima serie.
Stadio Villa Scassi
(1919-20) Il regolamento federale prevede che il campionato sia preceduto dai gironi eliminatori a livello regionale. All'A.C. Sampierdarenese viene riconosciuto il diritto di partecipare alle qualificazione pre-campionato di prima Categoria. L'incontro viene disputato il 5 ottobre del 1919, alla "Caienna", campo dell'Andrea Doria e vede la A.C. Sampierdarenese prevalere 1 a 0 sullo Spes F.C. di Genova. Nel girone ligure del campionato di prima Categoria, i rossoneri si classificano al quarto posto, che non basta per accedere ai gironi di semifinale Nord.
(1920-21) Il bilancio finale è buono, con un risultato analogo rispetto all'anno precedente: è quinto posto sempre nel girone eliminatorio della Prima Categoria Ligure.
(1921-22) Ai gironi eliminatori del precedente campionato hanno partecipato ben 64 società, il Calcio in Italia ha ormai raggiunto uno sviluppo notevole e tale da indurre le società più potenti a chiederne la riforma, tendente a ridurre il numero delle squadre partecipanti alla massima divisione.
Tale riforma operata da Vittorio Pozzo, su incarico della FIGC, non viene accettata dalla maggioranza delle società medio-piccole affiliate alla Federazione, e si arriva alla rottura a livello nazionale ed alla scissione in due federazioni.
L'A.C. Sampierdarenese partecipa al campionato della FIGC, si classifica al quinto posto nel girone eliminatorio della Prima Categoria Ligure FIGC e accede al girone B delle semifinali, che termina al primo posto a pari merito, con la Spal di Ferrara. Sconfitta la Spal 2 a 1, dopo i tempi supplementari, nello spareggio di Milano del 1° maggio, resta da affrontare in finale per il titolo, la Novese.
Questa finale è e sarà il punto più alto raggiunto nella storia rossonera e sono necessari tre incontri per assegnare lo scudetto.
Gli incontri del 7 maggio a Sampierdarena e del 14 maggio a Novi Ligure, infatti si concludono entrambi con il punteggio di 0 a 0 e lo spareggio del 21 maggio 1922 a Cremona vede i rossoneri, in inferiorità numerica, soccombere 1 a 2, dopo i tempi supplementari.
Questa è la formazione scesa in campo a Cremona: Carzino I; Ramasso, Grassi; Terrile, Carzino II, Sedino; Scevola, Mura, Derchi, Melani, Sapignoli.
A completare l'ottimo bilancio della società, vengono convocati in nazionale, per l'incontro Svizzera- Italia del 6 novembre 1921, Renato Boldrini, Sebastiano Ramasso come riserve ed Ercole Carzino, che vestirà la maglia azzurra in quella occasione.
Per la cronaca la partita si conclude con il punteggio di 1 a 1.
(1922-23) Il "Compromesso Colombo" cerca di rimettere le cose a posto nel calcio italiano, con la costituzione delle Leghe Nord e Sud e la A.C. Sampierdarenese viene inserita nel girone A della Prima Divisione Lega Nord, dove ribadisce l'ottimo risultato dell'anno precedente, finendo il campionato al terzo posto. Come l'anno precedente, in cui aveva superato gli avversari nelle sette partite casalinghe, vince in casa tutti gli undici incontri e l'imbattibilità nella "Scatola delle pillole" supera ormai i due anni.
(1923-24) La A.C. Sampierdarenese non si conferma sui livelli degli anni precedenti e conclude al nono posto nel girone A della Prima Divisione Lega Nord.
(1924-25) Il trend negativo continua anche in questa stagione, che la A.C. Sampierdarenese conclude con il decimo posto, su tredici squadre, nel girone B della Prima Divisione Lega Nord.
(1925-26) Ci sono chiari sintomi di ripresa e la stagione si conclude con il sesto posto nel girone B della Prima Divisione Lega Nord e con la conseguente ammissione alla nuova Divisione Nazionale. Punto di forza si conferma l'effetto casa, con un contributo di nove vittorie ed un pareggio su undici partite disputate.
(1926-27) È il primo campionato a carattere nazionale articolato in due gironi eliminatori ed il girone finale a sei a cui accedono le prime classificate di ogni gruppo. La A.C. Sampierdarenese chiude al quinto posto nel girone B della Divisione Nazionale, prima di essere sciolta dal regime fascista, per dare vita alla A.C. La Dominante e chiude purtroppo anche la Scatola delle pillole dei rossoneri per fare posto a via Cantore.
(1927-28) Viene effettuato lo sbancamento del promontorio di San Benigno e Sampierdarena non solo non è più divisa fisicamente da Genova, ma finisce di essere comune autonomo e confluisce nella Grande Genova.
Le autorità fasciste impongono anche la fusione tra Samperdarenese ed Andrea Doria ed il 27 luglio nasce così l'A.C. La Dominante.
La maglia della nuova squadra è nera con bordi bianchi e con stemma sul petto rappresentato da un grifone affiancato dal simbolo del fascio; in seguito i bordi diventeranno verdi richiamando così anche i colori sociali della Comiglianese.
Si gioca ancora Villa Scassi fin a quando non viene edificato, a Cornigliano, in via S. Giovanni d'Acri, il nuovo Stadio del Littorio.
Come capita spesso con le cose imposte dall'alto, né la squadra, pur essendo composta in massima parte da ex giocatori della Sampierdarenese, né il nuovo stadio attirano il pubblico generoso e combattivo di Villa Scassi.
In questo campionato l'A.C. La Dominante chiude in classifica, al decimo posto nel girone B della Divisione Nazionale. Retrocede in 2° divisione insieme ad Hellas Verona, ma successivamente le due squadre vengono ripescate.
(1928-29) . l'A.C. La Dominante chiude in classifica, al decimo posto nel girone A della Divisione Nazionale. Il piazzamento, questa volta, non vale la salvezza ed è retrocessione, anche per la concomitante riforma dei campionati, che ha il dichiarato obiettivo di arrivare al campionato a girone unico.
Le squadre classificate dal primo al nono posto sono ammesse al nuovo campionato di serie A, le altre vengono d'ufficio iscritte al campionato della Divisione Nazionale Serie B.
(1929-30) Inizia l'era moderna del calcio italiano e la nuova serie A non ci annovera tra i protagonisti. In considerazione dell'organico a disposizione, l'A.C. La Dominante dovrebbe avere vita facile nella serie cadetta, ma il pronostico viene disatteso da una squadra che conclude imbattuta in casa (14 vittorie e 3 pareggi), ma offre un rendimento discontinuo in trasferta e la classifica finale, terzo posto, sigla la condanna ad un altro anno di purgatorio.
(1930-31) Ma non c'è limite al peggio, infatti le autorità fasciste, visti i risultati a dir poco deludenti, tentano in ogni modo di rimediare, ma alla ricerca di una improbabile rivincita, ripetono pervicacemente i loro errori, facendo una altra fusione, questa volta con Sestrese e Rivarolese.
Nasce il F.B.C. Liguria, con maglia a strisce verticali rossonere. I tifosi che ormai assistono indifferenti a questo tourbillon di fusioni, non riescono a riconoscersi neanche nella nuova squadra e nei nuovi colori.
Il risultato non ha bisogno di commenti: diciottesimo posto in serie B e retrocessione in Divisione Nazionale Serie C.
(1931-32) I dirigenti della vecchia Sampierdarenese, Cornetto in testa, vengono quindi richiamati dalle autorità fasciste e si mettono di buona lena al lavoro di ricostruzione, per fare ripartire la società dalle macerie lasciate dagli altri. Ritorna la denominazione A.C. Sampierdarenese e anche la vecchia maglia bianca con le righe orizzontali rossonere.
Il secondo posto nel girone D di serie C dove militano otto squadre liguri (Andrea Doria, Imperia, Pontedecimo, Sestrese, Rapallo Ruentes, Rivarolese, Savona e Ventimigliese), vale l'ammissione al girone C delle finali, dove il terzo posto ci riapre le porte della Divisione Nazionale Serie B.
(1932-33) Dopo solo un anno di inferno, si ritorna nella serie cadetta e per affrontare la nuova categoria arrivano adeguati rinforzi. E' soltanto un campionato di assestamento che termina con un dignitoso ottavo posto.
(1933-34) Per affrontare il secondo anno di serie B, con fondate speranze di raggiungere la serie A, si provvede ad affidare all'allenatore Felsner una rosa migliorata e decisamente più competitiva.
La serie B è ritornata alla formula dei due gironi e per i rossoneri è primo posto nel girone A.
Le sei squadre classificate ai primi tre posti, nei due gironi, si ritrovano in un girone finale all'italiana che termina con A.C. Sampierdarenese e Bari al primo posto a pari merito.
A questo punto è necessario giocare ancora una finale per la promozione che si disputa al Comunale di Bologna, il 24 giugno 1934 ed è 1 a 0 per i nostri, grazie alla rete di Comini al 17'. Si ritorna nella massima serie!
Bacigalupo; Ciancamerla, Rigotti; Lancioni, Bossi, Malatesta; Munerati, Gay, Comini, Poggi, Barisone; sono i grandi protagonisti dell'impresa e tutta Sampedenn-a li va ad aspettare alla stazione, per completarne poi il trionfo, davanti al bar Roma in piazza Vittorio Veneto.
Grande è la gioia di essere ritornati in serie A, soprattutto se vissuta con l'orgoglio di essere l'unica squadra della città di Genova a partecipare alla massima categoria.
(1934-35) L'A.C. Sampierdarenese partecipa al suo primo campionato di serie A, a girone unico e si presenta con, agli ordini dell'allenatore austriaco H. Felsner, i portieri Profumo e Venturini; i difensori Ciancamerla, Ferrero e Rigotti I; i centrocampisti Busini II, Bossi, Cappellini, Lancioni, Malatesta e Gipo Poggi; gli attaccanti Allegri, Avalle, Azzimonti, Callegari, Comini, Fossati, Jones, Patri, Perazzo, Rebolino e Tansini e alla fine si piazza al tredicesimo posto, centrando l'obiettivo della salvezza.
(1935-36) Arrivano i difensori Bodini e Poggi, i centrocampisti Nervi e l'oriundo italo brasiliano Bertini e gli attaccanti Peretti, Spivach, Silvestri, Cerutti, Cornara e Fidomanzo.
L'andamento del campionato è simile a quello dell'anno precedente e con il dodicesimo posto è di nuovo salvezza. Il portiere Venturini viene convocato e partecipa a tutti gli incontri delle Olimpiadi di Berlino e ritorna a casa con la medaglia d'oro.
(1936-37) Arrivano i centrocampisti Battistoni, Valenti, Tortarolo e gli attaccanti Mascheroni, Rossi, Biagini, Bollano e Simonetti.
La squadra combatte tutto il campionato per evitare la retrocessione e ci riesce classificandosi al quattordicesimo posto.
(1937-38) Ci risiamo con le nefaste alchimie politiche: un'altra volta il regime fascista decide la fusione delle maggiori società genovesi ad eccezione del Genoa e della Sestrese.
Nell' Associazione Calcio Liguria che gioca in maglia bianca con righe trasversali rossonere, confluiscono la Corniglianese, la Rivarolese Nazionale Liguria e l'A.C. Sampierdarenese.
Cornetto e soci sono di nuovo costretti a passare la mano. La struttura portante della squadra è quella della Sampierdarenese ed allenatore è ora Adolfo Baloncieri.
La formazione tipo è la seguente: Venturini; Simontacchi, Persia; Tortarolo, Battistoni, Crola; Spinola, Violi, Peretti, Callegari, Spivach. Il Liguria conclude il suo tranquillo campionato all'undicesimo posto.
(1938-39) Ritornano il difensore Bodini II e l'attaccante Comini ed arrivano i difensori Cassano e Piazza, i centrocampisti Cagna, Scarpato e gli attaccanti Beretta, Cappelli, l'italo brasiliano Gabardo e Zandali.
L'A.C. Liguria in questo campionato, consegue il miglior risultato della sua storia piazzandosi al sesto posto.
(
1939-40) In porta, con la partenza di Venturini, resta titolare Profumo. Arrivano il difensore Parena, i centrocampisti Lombardo, l'argentino Pisano, l'uruguagio Pompei e gli attaccanti Lazzaretti, Stella, Spadavecchia, Ceriani e Riccardi. Al posto di Baloncieri in panchina c'è l'ungherese Hirzer.
Alla fine l'A.C. Liguria si classifica al quindicesimo posto con 24 punti alla pari con Fiorentina e Napoli, ma retrocede in Serie B, per la peggiore differenza reti.
(
1940-41) Seguendo un copione già sperimentato, dopo la retrocessione, i gerachi fascisti chiedono aiuto a Cornetto & C, che, come prima mossa, rimettono in panchina Baloncieri. Arrivano i difensori Zanni, Gattoronchieri e Signoretto, i centrocampisti Pastorino e Celoria e gli attaccanti Meroni, Castelli e Magni. l'A.C. Liguria si classifica al primo posto e ritorna trionfalmente in serie A, in compagnia del Modena, con cui era retrocesso appena un anno prima.
Questa è la formazione protagonista della cavalcata vittoriosa: Profumo; Gattoronchieri, Parena; Tortarolo, Pisano, Pastorino; Meroni, Celoria, Magni, Riccardi, Bollano.
(1941-42) Partono quasi tutti i protagonisti dell'anno precedente.
Arrivano i difensori Setti e Tabor; i centrocampisti Borrini, Castelli, Renoldi e Sabaini; gli attaccanti Alghisi, Coppa, Bonistalli e Parvis. Alla fine è undicesimo posto e salvezza assicurata.
(1942-43) Rientra Parena e arrivano i centrocampisti Sandroni e Silvestrelli e gli attaccanti Fiorini, Diotallevi e D'Alconzo.
Termina all'ultimo posto, con la retrocessione il campionato dell'A.C. Liguria.
(1943-44) L'Italia è divisa in due dalla Linea Gotica ed è diventata campo di battaglia tra le truppe alleate ed i tedeschi.
Nonostante l'attività calcistica sia, per questi motivi, ormai ridotta al minimo, al Nord la Federazione organizza il Campionato Alta Italia, che, nel girone Ligure - Piemontese, vede tra le squadre partecipanti, provenienti dalla serie A, B e C, anche l'A.C. Liguria. Ritornano a casa sia Ciancamerla, che Bollano. L'A.C. Liguria si classifica al quarto posto, che non basta
a superare il turno del girone.
(1944-45) Il campionato italiano di calcio è sospeso a causa della guerra, ma nei primi mesi del 1945 si disputa la Coppa Città di Genova 1945, torneo all'italiana, cui partecipano Liguria, Genova, una squadra della Marina Italiana, una della Marina Tedesca e l'Itala, che riunisce i giocatori di Sestrese e Rivarolese. L'A.C. Liguria si classifica al secondo posto dopo il Genova, che si aggiudica il torneo.
(1945-1946) La guerra se n'è andata, ma il paese in realtà è spezzato in due e le strade e le ferrovie dissestate, i ponti, in parte distrutti dai bombardamenti, non possono assicurare gli spostamenti necessari per consentire un regolare svolgimento del campionato.
In queste condizioni la FIGC decide di tornare alla formula dei gironi eliminatori territoriali, nell'Italia settentrionale viene costituita la Lega Nazionale Alta Italia, per un campionato che vuole essere la continuazione della Serie A di prima della guerra.
Caduto il fascismo, la FIGC riesamina tutte le imposizioni volute nei vent'anni della dittatura e decide di riammettere d'ufficio nella massima serie, sia Sampierdarenese che Andrea Doria e di rinominare il Genova in Genoa.
Le partite delle tre squadre genovesi si svolgono tutte allo stadio Luigi Ferraris e una delle tre, a turno, è costretta a giocare al sabato, con comprensibili disagi e diminuzione degli incassi.
Il 14 aprile 1946, l'A.C. Sampierdarenese disputa al Ferraris l'ultimo incontro in serie A della sua storia, con la seguente formazione: Bonetti; Dagnino, Parena; Castignani, Diotallevi, Sandroni; Borrini, Spadavecchia, Opisso, Bertoni, Ventimiglia. La Sampierdarenese chiude al quattordicesimo e ultimo posto del campionato Alta Italia serie A.
(1946) Dalla nuova e questa volta libera fusione fra Sampierdarenese e Andrea Doria, il 12 agosto nasce l'Unione Calcio Sampierdarenese - Doria.
Nel giugno1946, un gruppo di soci, non tanto per opporsi alla fusione con l'Andrea Doria, ma per mantenere in vita il ricordo del suo glorioso passato, crea la 'U.S.Sampierdarenese 1946', società con i gloriosi colori biancorossoneri, che ricomincia o per meglio dire, continua la sua esistenza a partire dalla seconda categoria dilettanti.
La nascita avvenne durante una riunione nel bar Castello di via Giovanetti sulle ceneri della neonata e di maggiori speranze Sampdoria, con volute caratteristiche locali dilettantistiche, magari in sintonia di collaborazione con la squadra maggiore.
Iniziò a giocare nel campo "Bertorello" alla marina, ma che ben presto andò distrutto.
Da allora la squadra fu costretta ad emigrare nei vari campi delle delegazioni vicine, specie al Bacigalupo di Cornigliano.
Nel 1947 completando le 47 partite previste senza sconfitte, scalò alla categoria superiore, nel Campionato di Promozione.
La società, sino al 1970 era stata ospitata nei fondi della villa Scassi e faceva parte di una polisportiva, perché nel tempo non aveva compreso solo calcio giovanile maschile ma anche quello femminile, nonché gestendo un NAGC un settore giovanile composto da giovanissimi, giovani, allievi A e B ed Under-20; pugilato; pallavolo; karate e sci. Negli anni '70 il consiglio direttivo della "US Sampierdarenese '1946'", comunemente chiamati "i Lupi" dallo scudetto scelto, prese atto che era praticamente senza un campo ove allenarsi e giocare.
Individuata l'area idonea per un campo sportivo, l'idea fu fortemente voluta dalla società dando iniziale incarico di progetto all'ing. Giampaolo Campodonico; primi responsabili pratici furono Rino Baselica ed Enrico Fagnola.
Oltre rilevare dal pastore Pinto Tomaso la concessione dei 10mila mq di terreno di proprietà del Demanio e quindi dell'Intendenza di Finanza, si dovettero comperare altri 3300 mq contigui da una proprietà privata.
Questi lavori andavano a completamento di una progettata 'collina dello sport', in quanto il Comune già allora si proponeva per costruire in corso Luigi Martinetti, vicino alle scuole, anche una piscina, campi da tennis e palestra.
Dopo i primi passi burocratici, nel 1972 si diede avvio all'idea con la pratica costruzione del campo: sulla inutilizzata spianata del forte di Belvedere, con il volenteroso contributo del comm. Salvaneschi dapprima, e poi di Rino Baselica presidente subentrante coadiuvati da uno stuolo di volontari (tra cui Fagnola, ed anche Marco Morgavi, fratello del giocatore scomparso e per un periodo presidente della società) e sovvenzionatori (tra cui Comune, CONI, Federcalcio, Regione, compresa l'iniziativa porta a porta denominata 'Mille-lire per ogni famiglia' ) si procedette a sbancare, trivellare, riempire con gabbioni di pietre e muri di contenimento per spianare il campo.
Nel 1974, il presidente Rino Baselica decise di dedicare il nuovo campo al giovane Mauro Morgavi, dal nome del ventisettenne sampierdarenese morto il 2 agosto 1973 per un improvviso infarto mentre stava giocando una partita nel campo sportivo di Vobbia.
Ricordato e compianto per le sue doti morali, per la signorilità sportiva e per la simpatia che aveva conquistato nel mondo dello sport dilettantistico locale.
La costruzione del campo ebbe contorni al limite del sopportabile, con la frequente ed incombente minaccia da parte delle autorità di interrompere i lavori e di far fallire tutto perché ne intravedevano abuso edilizio ed invasione di terreno del Demanio.
Alla fine la spuntarono Baselica ed i suoi più vicini collaboratori perché nel pomeriggio di sabato 8 marzo 1975 il campo fu inaugurato.
La squadra della Sampierdarenese 1946 risultò vincente nel derby di delegazione col Don Bosco per 3-1, padrini gli ex-nazionali Bernardini e De Prà che diedero il calcio d'inizio.
La cerimonia protocollare dell'inaugurazione avvenne la mattina dopo, sotto una pioggia continua, con taglio del nastro effettuato dalla madre di Mauro Morgavi e benedizione di don Ferrari, presenti le autorità degli Enti Locali, sportive con atleti giovani e vecchi e delle Associazioni.
Per inerzia burocratico-politica, in quel momento il campo non era stato ancora dichiarato ufficialmente agibile, né confortato di sicura manutenzione, privo di illuminazione, in pieno caos organizzativo in 'alto loco'. Il Comune qualche anno dopo, nel 1981, per la somma di 200 milioni con IVA diverrà proprietario del campo.
Anche la conservazione di questa operazione richiese lotte, ansie e lacrime essendo collegata-dipendente da problemi complessi, ingarbugliati, di difficile appianamento e non risolti ancora nel 1994: per i debiti aperti sia per la cifra d'acquisto che per i lavori di sbancamento (comprese tre bombe trovate inesplose dalla guerra) e di manutenzione ordinaria e straordinaria; per natura avversa (nell'inverso '78-79 un intenso temporale con galaverna distrusse la recinzione, l'illuminazione ed altoparlanti: il Comune si rifiutò di partecipare alla riparazione non essendo il campo riconosciuto né approvato nella sua esistenza: la squadra dovette disputare gli incontri in campi avversari); per denunce da inadempienze (sovvertimento dell'assetto idrogeologico, concessioni demaniali non regolarizzate); per costruzione abusiva (Il Comune, soggetto ad avvicendamento elettorale degli assessori, si espresse con alcuni di essi che premiarono i costruttori con medaglia d'oro e benemerenze e che offrirono la segnaletica o degli alberi, altri che denunciarono alla Pretura l'abusività; alcuni che non concedevano l'agibilità, altri che la promettevano in sanatoria ma dietro approvazione della Sovraintendenza la quale con proprio iter disse di si, con alcuni ma..; intanto i dirigenti furono ridenunciati dal Reparto edilizia pubblica nel 1987, e quattro anni dopo ci fu una condanna in pretura per costruzione abusiva illecita in zona demaniale storica ed a destinazione a verde pubblico, quindi soggetta a vincolo ambientale e paesaggistico); per ottenere i requisiti dalla USL (specie l'impianto elettrico); per la necessità di favorirsi -prima e dopo l'inaugurazione- la fattiva collaborazione della regione, degli assessorati comunali (urbanistica, patrimonio e sport), del sindaco (all'inizio Pedullà; poi Cerofolini e via via gli altri), di banche, di privati, della gente, fino alla presidenza del consiglio.
Dal 1999 la dirigenza della "U.C.Sampierdarenese '46 " ha avuto in concessione il campo dal Comune. In quel tempo, promossa la squadra al livello superiore dell'eccellenza, si dovette studiare di ingrandire ulteriormente l'area per renderla idonea alla categoria raggiunta. Così il 4 ottobre 2003, grazie ad una collaborazione tra l'Amministrazione civica e la Società sportiva furono inaugurati sia il 'campo a cinque' in erba sintetica che i nuovi spogliatoi
Nel 2005, appena rifatto il fondo, i Tecnici federali bocciarono lo stadio per incontri di Promozione ed Eccellenza causa misure ridotte (problema di difficile soluzione).
Gli anni si sugguirono tra alti e bassi, fino all'inizio di una profonda crisi che cominciò nel 2010. All'inzio del 2012, ormai schiacciata dai debiti e al minimo di iscritti, la gloriosa società dei sampierderenesi rischiò di essere fagocitata dal Don Bosco che senza volerlo nascondere puntava ad acquisire il campo della Sampierdarenese.
Alcuni soci storici, affiancati da genitori di bambini, decisero di non mollare e con l'obiettivo di mantenere vivo il simbolo glorioso dei Lupi aprirono un contenzioso con la vecchia dirigenza.
Dopo una battaglia lunga quasi un anno, il 12 dicembre 2012, l'assemblea sociale, nominava il nuovo Presidente, Roberto Pittaluga che insieme al vice-presidente Massimiliano Poggioli, forti del salvataggio della società, hanno cominciato a lavorare per il rilancio.
Il 2016 è stato l'anno della fusione con il Pontedecimo Il Torchio, la Dirigenza cambia la denominazione in A.S.D.Unione Sampierdarenese, mantenendo le tradizioni che contraddistinguono la Società da 70 anni.
Durante la stagione calcistica 2016/2017 la Società del Presidente Pittaluga e del Vice Poggioli vede incrementare le iscrizioni della Scuola calcio e del Settore Giovanile in maniere esponenziale. In poco più di quattro anni la Sampierdarenese ritorna al posto che gli compete nel panorama dilettantistico ligure.
Si ritorna a parlare della Società di Sampierdarena su televisioni locali, giornali e pagine web, non solo per le grandi prestazioni della prima squadra che disputa ai vertici della classifica il campionato con la conseguente vittoria nella finale Play Off, prurtroppo la partita successiva la vede sconfitta nelle finali Regionali contro il Ca di Mare non permettendo l'accesso al Campionato di Promozione; si parla soprattutto di Sampierdarenese nelle televisioni Nazionali grazie alla proposta del Presidente Pittaluga che ha messo a disposizione l'impianto sportivo Morgavi al calciatore Antonio Cassano. Putroppo Cassano non accetta tale offerta ma la proposta ha dato visione sui social e media facendo conoscere la Società ed il lavoro che gli addetti ai lavori svolgono costantemente.
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